L’ultimo saluto all’ultracentenaria Palma Balsano

La Redazione & Diritto di Cronaca

 SAN DONATO DI NINEA – Era una delle più longeve sandonatesi, paese storico per quanto concerne i “centenari”. Ora, a centouno anni e sei mesi se n’è andata in punta di piedi, con la stessa semplicità con cui aveva vissuto. Palma Balsano, che aveva compiuto i 101 anni l’8 settembre 2012, ha cessato di vivere. Era l’unica centenaria ancora in vita che andava ad aggiungersi ad un lungo elenco di ultracentenari del passato. Tra loro si ricordano ancora Antonio Mauro (scomparso a ben 106 anni) l’anziano più longevo, Amalia Cozzarelli (mancata a 105 anni); Carmela Genovese (103); Letizia Artuso (101); Raffaele Martino, Assunta Martino, Pasquale Fragale, Maria Iannitelli, Raffaele Caruso e Giuseppina De Marco che avevano raggiunto, comunque, il secolo di vita. Palma Balsano, a poco più di 101 anni, ha lasciato questo mondo circondata dall’affetto dell’unica figlia Teresa Carmela Iannitelli, dei nipoti diretti Pasquale e Domenica Moranelli, dai tre pronipoti, nonché del nipote indiretto Francesco De Rose, che è anche il sindaco di San Donato di Ninea dal 2011. Nata nel 1911 in America, “zia Palma” – com’era amorevolmente chiamata – era tornata nel 1913 in Italia insieme a tre sorelle, lasciando in California l’unico fratello deceduto alcuni anni or sono. Sposatasi nel 1931, rimase vedova a soli 36 anni dopo aver avuto la sua unica figlia. Ereditò una merceria dal marito, ma poi si dedico all’agricoltura. Grande lavoratrice, ad oltre cent’anni ha avuto ancora momenti di grande lucidità fino a qualche giorno addietro, ricordando gran parte della sua vita.

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New Writing Factory di Pasquale Giannino

La redazione

New Writing Factory

È nata la New Writing Factory

Dall’idea al testo,dal testo al libro

La New Writing Factory è un’agenzia di consulenza editoriale con un forte orientamento al cliente. La gamma dei servizi offerti è ampia e differenziata, i consulenti sono autori e professionisti della comunicazione.

Mission per gli editori

L’agenzia offre agli editori l’esperienza maturata negli anni dai propri consulenti attraverso collaborazioni con le case editrici per attività di valutazione ed editing, nonché attraverso la loro esperienza di scrittori. Agli editori in cerca di nuovi talenti offre il servizio di talent scouting, frutto di un’accurata ricerca e selezione.

Mission per gli autori

L’agenzia si rivolge agli autori esordienti, emergenti e affermati. Il suo punto di forza è progettare dei percorsi ad hoc per ciascun autore. A tutti rivolge i propri servizi di valutazione ed editing, per migliorare ove possibile il testo con interventi mirati prima di proporlo agli editori. Agli esordienti e agli emergenti offre servizi di tutoraggio e percorsi formativi in aula e a distanza.

Team: Roberto Vacca, Franz Krauspenhaar, Pasquale Giannino.

Sito web: www.nwfactory.it

e-mail: info@nwfactory.it

  • Pasquale Giannino (con suo padre)
  • Nato a Cosenza nel 1972, ingegnere, ha lavorato come ricercatore presso aziende di microelettronica e telecomunicazioni. Suoi racconti e articoli sono apparsi su riviste, quotidiani, blog e siti letterari fra cui: Calabria Sconosciuta, Il quotidiano della Calabria, La poesia e lo spirito, Nabanassar. Ha pubblicato un racconto-saggio sulla propria esperienza di clarinettista nelle piccole bande di paese: Banda, che passione! – Milano 2003, ed è stato incluso nella Mini Antologia Poetica – Roma 2005.

    Nel giugno 2011, Armando Curcio Editore ha pubblicato il suo romanzo Ritorno al sud. Continua a leggere

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8 Marzo Festa della Donna

La redazione

L’origine della Festa dell’8 Marzo risale al 1908, quando un gruppo di operaie di una industria tessile di New York scioperò come forma di protesta contro le terribili condizioni in cui si trovavano a lavorare.
Lo sciopero proseguì per diverse giornate ma fu proprio l’8 Marzo che la proprietà dell’azienda bloccò le uscite della fabbrica, impedendo alle operaie di uscire dalla stessa.
Un incendio ferì mortalmente 129 operaie, tra cui anche delle italiane, donne che cercavano semplicemente di migliorare la propria qualità del lavoro.

 

 

“Mimosa

Si svegliò
inebriando con il suo profumo l’ormai noioso inverno.
Quell’inverno invidioso
che soffiava il suo gelo per offuscarne
la dolce e meravigliosa anima.
Mimosa chiese aiuto al suo sole
ed ebbe i suoi capelli
adornati da tante goccioline dal colore giallo divino
Mimosa implorò le sue stelle
ed ebbe il mese del freddo per fare esplodere il suo cuore annullandosi donò tutto il suo candore.
Illuminata da tutte le costellazioni ebbe Vita.
Fu donna
divenne moglie
divenne madre
divenne figlia
divenne amante
divenne compagna
Conobbe le pene
l’indiscreminazione,
conobbe l’amore
complicato
complesso
facile
difficile.
Mimosa, radiosa, tolse dagli alberi quel velo di bianco
coprendoli col suo colore di gialle corolle brillanti,
adornando come collane quei rami intrecciati
ormai sofferenti.
Mimosa danza estasiata,
felice non chiede….
Immersa nei suoi silenzi…
aspetta…
Urla la sua rabbia…
con sorrisi di disperazione…
Attende qualcuno che sciolga i suoi nodi di corde
ramificate dentro di lei.
Attende chi sfiora le sue guance…
provocando quel rossore e quel tremolio che lei avverte
con quel sentimento , sofferto
richiamando il suo AMORE…..

Ferraro Caterina
Angelo sereno

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Lo zio d’America …

Pasquale Giannino (da un mio romanzo inedito)

Era da Natale che i miei mi parlavano di zio Severino e del suo ritorno. Mi avevano mostrato alcune foto di quando

era giovane, prima che partisse per l’America: i capelli neri impomatati, lo sguardo fiero. Da ragazzo aveva due grandi passioni, mi dissero: la fisarmonica e le donne… Era uno dei tanti parenti che avevamo in giro per il mondo e che non avevo mai conosciuto se non attraverso le foto e i racconti dei miei genitori, che li rendevano ai miei occhi di bambino quasi leggendari. Ne avevamo in Canada, negli Stati Uniti, in Argentina, in Australia… In paese tutti avevano grande considerazione per chi era partito: erano quelli che avevano avuto il coraggio di andarsene, quelli che ce l’avevano fatta… Ogni ritorno era un evento, amici e parenti facevano a gara per invitarli a pranzo o a cena. Alcuni erano emigrati in posti più vicini e ritornavano con cadenza annuale, tipicamente nel mese d’agosto per la festa del santo patrono. Poi c’era un cugino di mia madre che tornava tutti gli anni da New York: il mitico Carluccio. Aveva fatto carriera come musicista nella grande mela. Suonava in formazioni prestigiose, aveva inciso anche alcuni dischi. Noi ne avevamo uno gelosamente custodito da mia nonna Gina: lo teneva in un baule che stava sempre chiuso. Me lo mostrò una sola volta. “Questo è Carluccio dell’America!” mi disse, indicandomi tutta orgogliosa la foto del nipote sulla copertina del disco. Poi, con un gesto rapidissimo lo ricacciò dentro. Non ho mai potuto ascoltarlo. In famiglia nessuno aveva un giradischi. C’era un mio amichetto che lo aveva, un giorno lo portai da mia nonna e gli chiedemmo di prestarci il prezioso cimelio. Non si ricordava più dove lo aveva messo… Continua a leggere

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Come eravamo : U’ pàni.

Luigi Bisignani

U’ pàni.

Pane deriva dal termine latino “panem”, stessa radice etimologica di “pascere”, nutrirsi (1) In sandonatese, il termine, fino a mezzo secolo fa, aveva significato di nutrimento ma anche di fatica, operosità, occupazione, rendita. Si pensi all’aratura (ccù parìcchju) del terreno dove seminare il grano, alla cura del seminato (zàppuliatùra) per liberarlo dalle erbe infestanti, alla mietitura, fatta a mano, alla battitura (pisatùra) delle spighe ed alla pulitura (vìntulià e spulà) dei chicchi dalle impurità delle pule. Pane significava anche attività lavorativa, posto di lavoro, impiego, esercizio di qualsiasi attività retribuita, acquisizione di provviste ed alimenti per sfamare la famiglia.

Aveva, e penso abbia ancora, significato di lavoro usurante, “ppì panittièri”, gli artigiani che lavoravano per assicurare la disponibilità del prodotto alimentare più consumato, in varie tipologie e forme ed alla base dell’alimentazione delle popolazioni mediterranee”.

“U’ pàni”, fino ad oltre mezzo secolo fa era pensiero fisso per padri e madri delle famiglie la cui attività prevalente era per gli uomini la manovalanza, il bracciantato e per le donne “u sìrivìzzu”, inteso come prestazioneoccasionale per impieghi in mansioni ed attività faticose, i lavori più “bassi” (pulire, lavare, raccogliere e trasportare legna, castagne, olive e derrate varie). Le giornate lavorative erano caratterizzate da scarsa retribuzione, dalla lunga durata (dall’alba al tramonto), dalla estrema precarietà, (la chiamata al lavoro poteva arrivare anche la sera precedente). L’attività lavorativa era regolata ed erogata da nobili, possidenti, latifondisti e da grandi proprietari terrieri o dai loro amministratori, fattori o “màssari”. Era improntata al massimo sfruttamento e caratterizzata dalla discriminazione, per via di appartenenze a partiti e fazioni, originate dalle inimicizie tra le famiglie più potenti, in perenne lotta fra loro, che “à jurnàta ì fatiga”, il posto di lavoro, lo riservavano ai simpatizzanti della loro causa o partito. Orari e retribuzione non era oggetto di libera contrattazione. Vigeva il règime del “pìa o làssa”, esisteva la sola offerta economica dei padroni, quasi un’elemosina, una imposizione dei proprietari che approfittavano delle particolari limitazioni nel mercato del lavoro, causate e prodotte dall’eccesso di manodopera e da condizioni di fame e miseria che inducevano ad accettare condizioni durissime e retribuzioni umilianti e misere (talvolta anche un pugno di fichi secchi) in nome del detto “ancùna còsa nnà mangiàmu, pìcchi ghè miègghju cà nènti”. Continua a leggere

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Internet: azzerare il digital divide, piano da 900 mln per web veloce

La redazione & Ansa

Banda ultralarga per oltre 7 milioni di cittadini, quattro milioni al sud

 Al via bandi per oltre 900 milioni di euro per contribuire ad azzerare il digital divide e accelerare lo sviluppo della banda ultralarga. Ne danno notizia il ministero dello Sviluppo economico e quello della Coesione territoriale, assicurando che la rete ultraveloce arrivera’ a oltre 7 milioni di cittadini, di cui 4 milioni al Sud.

Dei 900 milioni stanziati, specifica la nota, 237 sono privati e la procedurInternet: azzerare il digital divide, piano da 900 mln per web veloce a dei bandi partira’ entro l’inizio di marzo. L’obiettivo e’ portare una velocita’ di almeno 2 mbps a tutti i cittadini e di accelerare lo sviluppo della banda ultralarga (da 30 mbps a 100 mbps) per circa il 40 per cento dei cittadini della Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Sicilia. I bandi porteranno infatti la banda larga a 2,8 milioni di cittadini residenti in 3600 localita’ in tutta Italia e la banda ultralarga a 4 milioni di cittadini residenti in 180 comuni del Sud Italia.

”A questo risultato – si legge nella nota – ha concorso in modo rilevante la rimodulazione dei programmi cofinanziati che, attraverso il Piano d’Azione per la Coesione d’intesa con le Regioni interessate, ha fatto confluire nel progetto piu’ di 347 milioni”. Il Piano Nazionale Banda Larga è nato nel 2009 con l’obiettivo di raggiungere gli 8 milioni di cittadini esclusi dal servizio a banda larga poiche’ residenti nelle aree a fallimento di mercato. Finora ha già portato internet di base a 4 milioni di cittadini, e si stanno realizzando le infrastrutture per connettere ulteriori 1,2 milioni di cittadini. Con questo ultimo bando la banda larga sarà portata anche ai residui 2,8 milioni di italiani sprovvisti di connettivita’. Il Progetto Strategico Banda Ultralarga approvato dalla Commissione Europea e’ anch’esso un piano nazionale che nel suo primo intervento attuativo si concentra nelle aree del Sud del Paese, ma che sara’ attuato in tutte le Regioni che decideranno di aderirvi anche avvalendosi delle risorse comunitarie della nuova programmazione 2014-2020. ”Oggi facciamo – dichiarano nella nota i ministri Corrado Passera e Fabrizio Barca – un passo in avanti fondamentale per lo sviluppo del Paese, contribuendo ad azzerare il divario digitale e dotando il Mezzogiorno della banda ultralarga. Era un impegno importante – hanno proseguito – che abbiamo assunto con il recepimento dell’Agenda Digitale Europea e che siamo riusciti a mantenere grazie a una forte collaborazione tra Governo e Regioni. Presto ogni cittadino e impresa italiani potranno avere la possibilita’ di collegarsi ad internet veloce, accedendo a opportunita’ professionali e personali che erano loro preclusi. Per questo azzerare il digital divide era innanzitutto un dovere morale della politica oltre che un’opportunita’ di Continua a leggere

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Buona festa di San Valentino

La redazione vi augura a tutti buon “SAN VALENTINO”

Le freccie di Cupido

All’improvviso batte batte il cuore ,vedo tutto con occhi diversi,

vedo dalla finestra di casa mia , un bellissimo giardino

con tanti fiori dipinti dall’arcobalenoIn mezzo questa bellezza vive un angelo ,

che punta le frecce senza capire .

caro il mio cupido ,non fare il birichino e nemmeno il furbino,

l’amore non è solo fare soffrire e divertire, quando vuoi te,

mandando le frecce puntale bene perchè sbagliando dai tante pene.

Ci sono amori che si dicono ”tiamo”e quelli che non sanno neanche cosa sia.

C’è chi dice  « avrò cura di te » e che sei il tesoro più grande per me

Allora cupido scegli bene punta le frecce ma non come viene.

l’amore non è solo un giorno di vita ,devi essere leale,

forte e sincero,se ti manca è una droga e vai in astinenza

e vivi i tuoi giorni immersi nel buio .l’amore non è quello che scrivi

che canti e non lo trovi neanche in tv.l’amore quando arriva arriva e credimi è ”fantastico”.

Allora , mio dolce cupido colpisci bene i fiori che hai nel tuo giardino

non guardare che siano belli o brutti ,fà che diano solo buoni frutti,

allora toccali con delicatezza , otterrai il meglio dell’amore e della sua enorme grandezza

Da Angelo Sereno

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Come eravamo Tannu …gùsavadi accussì (sette)

La Redazione & Minucciu

La crescita, da due a sei anni.

Col procedere della crescita, “ù’ pànicuòttu” era preparato anche con acqua, e condito con olio, questo per abituare il bimbo ai sapori della cucina “seria”, i cui primi assaggi erano a base di verdure, patate, legumi passati e ridotti in purea ai quali talvolta veniva aggiunta la prima pastina, piatti tutti conditi con un filo d’olio ed inizialmente privi o con pochissimo sale, sostanza alla quale si preferiva far abituare il bambino poco alla volta. Qui il bimbo poteva fare ciò che voleva, sputare, spruzzare, versare per terra; nessuno dei fratelli si sarebbe sognato di sottrargli un piatto insipido.

Smessa la fasciatura il bimbo non veniva né poteva essere sempre tenuto in braccio. In attesa dei primi passi, sempre vigilato da qualcuno della famiglia, veniva poggiato su un robusto panno steso sul pavimento e li iniziava i primi movimenti per acquisire la necessaria autonomia. A rinforzare le gambette, per brevi periodi, veniva posto “mpìadi” in una specie di gabbietta di legno”ù mànghanièddhu” la cui parte superiore impediva il passaggio delle spalle e lì lasciato un pò a sgambettare. Appena ne aveva le forze iniziava a gattonare e poi a muovere i primi passi; era libero di gironzolare per casa, sempre tenuto d’occhio da qualcuno per evitare che potesse combinare malestri o peggio provocarsi dei danni o ingerire corpi estranei.

Appena iniziava a balbettare, il piccolo sandonatese imparava anche i primi vocaboli della lingua sandonatese ed entrava in confidenza con l’intercalare al discorso del termine “àzzu” e càzzu”, parola che il bambino poi ripeteva creando talvolta imbarazzi. Non erano espressioni di particolare pregio o finezza di linguaggio ma neanche di mala educazione, come potrebbe apparire; Era un modo tutto particolare, specie nelle persone anziane, di esternare ironia o manifestare lieve irritazione, ovvero utilizzare ed usare la parola incriminata, quale pronome per quei termini del discorso che magari al momento sfuggivano. Continua a leggere

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Rubano cavi in rame…

Fonte Newz.it

Rubano cavi in rame da cantiere diga sull’Esaro, due persone denunciate dai Carabinieri.

Due persone sono state denunciate alla magistratura dai Carabinieri della Compagnia di San Marco Argentano. In particolare, nel corso di uno specifico servizio finalizzato alla prevenzione e repressione dei reati sul territorio, i militari delle Stazioni di S. Agata di Esaro e San Sosti hanno individuato un veicolo ritenuto sospetto a causa dell’eccessivo carico. Nel corso del controllo, si è potuto constatare che al suo interno risultava stipato un notevole quantitativo di cavi in rame, di varia lunghezza e diametro, di chiara provenienza delittuosa, per un peso complessivo di 410 Kg. I successivi accertamenti hanno consentito di appurare che il materiale, sottoposto a sequestro in attesa della restituzione all’avente diritto, era stato da poco asportato dal cantiere della costruenda diga sull’Esaro, in momentaneo stato di abbandono, di proprietà della Regione Calabria e gestito dalla società “So.Ri.Cal. s.p.a.”. Le due persone controllate a bordo del veicolo, un 52enne del vicino paese di Mottafollone ed un 31enne cittadino rumeno, sono state denunciate in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari per il reato di ricettazione, in attesa di ulteriori accertamenti finalizzati a chiarire eventuali loro responsabilità in merito al furto.

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Nuova rubrica il Mercatino

La Redazione

Mandateci via mail :sandonatodininea@hotmail.it

i vostri annunci corredati di foto, provvederemo a inserirli !!

Diamo spazio al bisogno del lettore;

come si fa? basta inviare l’annuncio al giornale  : sandonatodininea@hotmail.it

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