Luigi Bisignani
Raccogliere castagne nei boschi di privati è reato: attenzione
Con l’autunno, si sa, arrivano la pioggia e i primi freddi, tuttavia l’autunno è anche la stagione che richiama gli appassionati nei boschi per rinnovare la tradizione della raccolta delle castagne, prelibati frutti simbolo dei mesi autunnali.
Uno sfizio che con un investimento di qualche ora nei boschi, può essere soddisfatto a costo zero. Ma raccogliere castagne è legale?
Come spesso succede, quando alcune azioni si tramandano da generazioni o sono entrate nella prassi comune, non ci si pone molte domande in merito, tanto meno si pensa alle conseguenze penali di ciò che si sta facendo.
Nel raro caso in cui dovesse sorgere qualche dubbio o qualcuno si facesse scrupoli sulla scelta del luogo le giustificazioni più utilizzate solitamente saranno di questo tenore:
‘ci sono sempre andato senza problemi’,
‘tanto ci vanno tutti’,
‘non ci va nessuno a raccoglierle, restano li a marcire’
Tuttavia il raccogliere castagne può, in alcuni casi, costare addirittura il carcere, oltre a sanzioni decisamente elevate.
I cartelli e i terreni recintati
Durante le camminate in montagna o per boschi, non è poi così raro imbattersi in cartelli o sbarre, che delimitano le proprietà private.
Chiaramente, all’interno di questi confini, qualsiasi cosa o bene vi si trovi appartiene al rispettivo proprietario, di conseguenza nessuno se ne potrà impossessare.
Se in tali occasioni nulla quaestio, molto spesso i famosi cartelli non sono presenti e i confini, soprattutto all’interno di aree boschive estese, non sono delimitati.
Raccolta libera se non ci sono cartelli? NO!
Si sottolinea sin d’ora che, per quanto consigliata, l’esposizione di un cartello indicante la proprietà privata non è obbligatoria, in quanto è onere dell’escursionista informarsi in merito all’uso del bosco (se privato oppure pubblico).
Fatte queste doverose premesse, possiamo entrare nel nocciolo della questione: così come per tutti gli altri frutti di bosco, raccogliere castagne può voler dire commettere il reato di furto.
Questa fattispecie, infatti, si perfeziona con la sottrazione di una cosa mobile altrui a chi la detiene, nel nostro caso il detentore è il proprietario del bosco.
Ciò si deduce dalla legge, la quale prevede che tutti i frutti caduti sul terreno appartengono al proprietario del fondo, salvo diversa disposizione.
Se dunque ci si mette a raccogliere castagne, senza sapere che il bosco è privato ovvero che è presente un divieto di raccolta per poter preservare il paesaggio, si potrà rispondere del reato di furto.
Tale reato viene punito, dietro querela della persona offesa (in questo caso del proprietario poco tollerante), con la reclusione da sei mesi a tre anni e con una multa da 154 a 516 euro.
Inoltre, se si viene colti in flagrante – durante la raccolta e con le castagne nel sacchetto – pronte per essere portate a casa, si rischia la reclusione fino a un anno o la multa fino a 206 euro, pene previste dal Codice penale per chi si impossessa di un bene “spigolando, rastrellando o raspollando” nei fondi altrui non ancora spogliati interamente del raccolto.
Dove si possono raccogliere castagne liberamente?
Ciò nonostante, per gli amanti delle castagne non tutto è perduto: le autorità locali o l’ufficio turismo della zona sono a disposizione per dare informazioni circa la presenza di terreni demaniali, di divieti o zone private all’interno delle aree boschive, nonché per indicare se il periodo dell’anno è corretto per effettuare la raccolta e il quantitativo massimo accumulabile.
Tratto dal Web