Disoccupazione: forse è necessario un azzardo
Gli ultimi dati pubblicati dall’Associazione per lo Sviluppo dell’Industria del Mezzogiorno sono allarmanti. Dal 2007 al 2012 il Pil nelle regioni meridionali è crollato del 10%, ricalcando la situazione registrata nel 1997. Certo gli ultimi anni sono segnati indelebilmente da una crisi generale, ma le gravi ripercussioni sul meridione, hanno marcato e appesantito lo storico divario economico tra il Nord e il Sud. L’ultimo rapporto Svimez ha dichiarato che per eliminare questo divario e permettere al Sud di recuperare lo svantaggio ormai acuito servirebbero 400 anni. In queste regioni i dati non solo registrano una disoccupazione reale al 25%, ma mettono in luce anche come nel Centro-Nord la perdita di posti di lavoro tenda a trasformarsi quasi interamente in ricerca di nuovi posti di lavoro, contrariamente a ciò che accade nel Mezzogiorno, dove solo in minima parte diventa effettivamente ricerca di nuova occupazione.
Si spera che all’allarme consegua una presa di coscienza da parte delle istituzioni e soprattutto un’azione programmata volta a risollevare la situazione del meridione – storicamente contrassegnato dall’emigrazione – dove, ancora oggi, sembra che l’unica soluzione per i giovani in cerca di un lavoro e di un futuro sia quella di fare le valigie ed espatriare.
Forse la ricerca di soluzioni da parte delle istituzioni potrebbe iniziare anche dall’osservazione e dall’analisi delle iniziative prese in altri contesti, rivelatesi vincenti. L’osservazione critica, unita ad un po’ di audacia potrebbe creare dei nuovi centri di produzione o di attrazione turistica, dei nuovi circuiti economici e di conseguenza nuovi posti di lavoro.
In quest’ottica non è totalmente fuori luogo la proposta avanzata da tre esponenti della lega di riaprire alcuni casinò italiani, che ha suscitato forti polemiche. Mentre la Russia cancella le tasse sul gioco d`azzardo, in Francia un progetto di riqualificazione del territorio farà di Marsiglia la nuova Montecarlo, con l’investimento di 50 milioni di euro e la realizzazione non solo di una nuova sala da gioco, ma di un vero e proprio quartiere con diversi edifici ad uso abitativo, strutture ricettive per il turismo ed esercizi commerciali.
Nell’ambito delle politiche per il turismo sono tanti i casi in cui alle bellezze naturali e paesaggistiche si è scelto di affiancare poli legati al gioco d’azzardo – si pensi a Malta – con ottime risposte in termini di sviluppo. Chissà che anche l’Italia non prenda esempio e provi un azzardo.
1 commento
Questo è un articolo che parla di realtà “vere”. Bisogna muoversi e per farlo bisogna che la politica del meridione non sia subalterna a quella del nord. Quando sono in giro per il territorio sovente mi guardo attorno e a mio modesto avviso in qualsiasi direzione si voglia lavorare c’è la possibilità di fare eppure non si fa niente e le poche volte che si sente di qualche iniziativa le cose non vanno certamente per il meglio. Il gioco di azzardo se vogliamo è una possibilità ma da ultima spiaggia, mentre la direzione da intraprendere dovrebbe essere quella dello sviluppo delle risorse del territorio. Non si può agire nel settore dei servizi se non c’è sviluppo nel settore primario. Anche se ci volessimo dare la possibilità di ciò che ci può offrire il gioco d’azzardo, basta dire che sovente nella sua rete cade anche quella gente che a fine mese non ci arriva o ci arriva facendo i salti mortali. L’Italia è ridotta così per vari motivi non ultimo è il motivo di cui in questi giorni parlano le cronache. Giovanni