La redazione & Ottato Alfonso …
Il turismo, modernamente inteso, non può essere considerato un fatto eccezionale e saltuario dominato dalla imprevedibilità e dalla casualità, ma va inteso come una precisa attività economica, facende parte del complesso quadro delle economie di circolazione, legato al fattore della mobilità che costituisce uno degli aspetti distensivi della vita dei nostri tempi.
Va pertanto sviluppato analizzando tutta la serie delle condizioni che lo determinano e dei comportamenti che ne derivano.
Questo tipo di considerazione assume una validità ed una rilevanza ancora maggiore per il fatto che ci si trova in una delle aree interne del meridione economicamente poco sviluppata ed in continuo spopolamento, in cui esiste l’opportunità di operare sia nel quadro di un suo generale potenziamento,che in un settore relativamente nuovo, in fase di decollo, con la possibilità di sviluppare una organizzazione secondo schemi di razionalità ed efficienza, che non urtano contro le strutture preesistenti e possono divenire un settore di attività determinante e gratificante.
Su questo aspetto insistono le Istituzioni locali e Regionale,
gli enti preposti al rispetto ambientale (Parco Nazionale del Pollino) che delegano allo sviluppo turistico una funzione importante,intravedendo nello sfruttamento dei beni naturali(climatici-paesistici)e di quelli storico-culturali,un modo di sfruttare un cospicuo patrimonio di risorse esistenti che altrimenti non troverebbero alcuna forma di utilizzazione economica e potrebbero, anzi, finire con l’essere compromessi, se non perduti in conseguenza dei processi di SPOPOLAMENTO ed
abbandono cui la povertà delle risorse tradizionali e la mancanza di investimenti condannano inesorabilmente queste zone.
Questo, in altri termini, significa operare nella più generale direzione di una inversione di tendenza nei processi che hanno finora agito con particolare gravità in questa fetta di territorio della Calabria, consapevoli del fatto che non è certamente solo il turismo il settore su cui far leva per innescare le inversioni, ma che le iniziative in questo campo si inseriscono opportunamente in un quadro di sviluppo economico equilibrato, determinando un aumento dell’occupazione.
Oggi la figura del turista che si trasferisce al mare o in montagna per trascorrere il tradizionale periodo di ferie in riposo, è da considerarsi superato.
I fenomeni connessi alla civiltà di massa hanno trasformato la figura del turista e il concetto stesso di turista, per cui è più attuale parlare “di tempo libero”.
“Il bene culturale”, che rappresenta i beni di interesse archeologico, storico, artistico, ambientale, paesistico ed ogni altro bene che costituisca testimonianza materiale avente
valore di civiltà, è l’oggetto dell’interesse turistico.
Questi beni e ovviamente i vantaggi più immediati lagati alla vacanza e al clima, sono materia prima da cui nasce il prodotto turistico consumato da tutti coloro che si spostano per cercarlo.
A completamento di questa breve premessa sul fenomeno turistico e le condizioni che lo determinano, ritengo che il nostro comune (San Donato di Ninea),esistono le condizioni per un reale sviluppo turistico.
L’effetiva appartenenza fisica e geografica alla zona montuosa, che da un lato si collega, attraverso un altopiano oltre i 1000 metri, al Pollino, e dell’altro si apre, con numerose vallate verso il mare Tirreno, induce a considerare il territorio di San Donato Ninea facente parte di un’area in cui l’attività turistica può considerarsi una sicura vocazione del territorio e può, soprattutto, rappresentare un fatto nuovo ed estremamente positivo per la povera economia della zona.
San Donato di Ninea, per il fatto che trovasi ubicato in un punto della penisola dove la larghezza, in linea d’aria, è di appena una sessantina di chilometri, permette di raggiungere facilmente la fascia litoranea tirrenica e ionica per le cure termali e ricca quest’ultima di testimonianze delle civiltà greca prima ed araba poi. Si ha così l’opportunità di godere nell’arco di una sola giornata i benefici di una vacanza mare e montagna. Lo sviluppo turistico rappresenta l’unica soluzione all’esodo delle forze giovani che non trovano più mezzi di sussistenza sul posto e considerare il ruolo dell’attività turistica come fattore sviluppo.
Il decollo dell’iniziativa turistica riuscirebbe a garantire un numero di posti di lavoro sufficienti a provocare l’inversione dei flussi migratori attualmente orientati verso regioni industriali del Nord e verso altri paesi Europei ed extra Europei. Occorre pertanto creare quelle strutture necessarie ad accogliere il turista in maniera tale che possa godere appieno le bellezze del luogo e non limitatamente di una sola giornata per mancanza di strutture ricettive.
Esiste un centro storico che non potrà essere creato, ma facilmente distrutto rimanendo in abbandono.
Se però, tale bene, viene inserito all’interno di una efficace opera di restauro e rivitalizzazione, finalizzata a interessi turistici, esso rivive e diviene un eccellente prodotto fruibile sotto tutti i punti di vista.
Sviluppatasi tale prima iniziativa, altre strutture potranno essere create utilizzando altre vecchie strutture del centro storico in completo abbandono. In tal senso si raggiungerà l’obiettivo di rivitalizzare il centro storico, di offrire al turista l’opportunità di trascorrere il suo tempo libero in assoluta tranquillità e di godere appieno delle bellezze del luogo.
Spero al più presto di avere conferma della data per incontrarci tutti.
Saluti Alfonso OTTATO
6 commenti
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Per quanto io sia una persona profana nel campo, apprezzo quest’articolo del Sig. Alfonso Ottato poichè, a mio modesto avviso, ha realizzato una attenta disamina a proposito del tema “fare turismo” a San Donato o pro San Donato. Quindi, le mie parole non saranno un commento bensì un minimo di integrazione a quanto già detto. Intanto, turismo vuol dire anche ospitalità e San Donato, che io sappia, strutture ricettive non ne ha. Nell’ambito territoriale esistono quattro ristoranti di buon livello, di cui uno al centro capoluogo, ma francamente andare solo a pranzo o cena e poi doversi sobbarcare diversi km per andare a dormire chissà dove credo costituisca un problema. Detto questo, come ha già scritto il Sig. Alfonso San Donato ha un discreto capitale in abbandono cosa che si sta verificando puntualmente sia per “palazzi” di un certo livello che per case più modeste lasciate abbandonate a se stesse. Al nostro fine il recupero di questo patrimonio è una cosa importante. Ma il recupero delle strutture private non lo può realizzare un Ente pubblico, deve essere realizzato dalla proprietà. Al proposito apro una piccola parentesi: qualche giorno fa una testata giornalistica sosteneva che gli incentivi per le ristrurazioni edilizie esistono ancora e anzi che questo governo vuole portare il rimborso al 50%. Quale soluzione migliore per San Donato? Però la norma esige che si faccia tutto in regola e con versamenti a mezzo bonifico e visto i tempi che corrono un siffatto recupero è manna dal cielo. Ritorniamo al nostro discorso, recupero delle case da rendere appettibili a possibili vancanzieri amanti della natura. Una volta recuperate dovrebbero essere non più abbondate a se stesse ma gestite per essere immediatamente a disposizione di chi ne vuole usufruire. Per questo credo non sia per forza necessario realizzare un agriturismo o altra struttura del genere, dico semplicemente che i proprietari si dovrebbero coalizzare e darle in gestione ad una persona di fiducia. Spero mi perdoniate, faccio l’esempio di una amministrazione condominiale un po diversa. Il privato recupera la sua proprietà ma il pubblico non può e non deve dormire. Ove possibile l’amministrazione comunale deve perorare la causa atta a risolvere lo stato di degrado del proprio territorio innanzi a qualsiasi autorità che gestisce strutture ricadenti nel territorio di competenza e portare innazi a queste progetti atti a risolvere carenze di strutture o il ripristino delle strutture gia esistenti. Il territorio di San Donato potrebbe essere un punto di congiunzione tra il versante tirrenico e quello ionico. Credo che con l’apertra di un varco attraverso i monti di San Donato sia possibile ipotizzare un avvicinamento territoriale importante di quel versante al suo capoluogo di provincia, senza tener conto dell’eventuale realizzazione dell’aeroporto a Sibari per il quuale l’ente provincia aveva gia dato la disponibilità di trenta milioni di euro. Ecco, se noi ipotizziamo come pare auspicabile e possibile, l’apertura dell’ aseroporto a Sibari, il completamento della 106 a quattro corsie (porto a conoscenza che la 106 è già a 4 corsie fino ad un paio di km da Roseto Capo Spulico e attualmente è in corso di realizzazione la circonvallazione a Nova Siri in modo da connettere le 4 corsie calabresi con quelle lucane e sono in fase di appalto i 30 km che portano da Roseto a Sibari) pare che stiano appaltando l’ammodernamento della strada che porta da sibari alla A3 svincolo di Firmo. Tutto ciò sarebbe una buona apertura all’affluso di gente verso il nostro territorio. A questo punto riuscendo a far mettere in cantiere la strada di comunicazione per il tirreno attraverso il nostro territorio, San Donato (amministrazione) avrebbe dovuto anzitempo premunirsi del recupero dei percorsi in auto e a piedi all’interno del suo territorio. Partendo da contrada Ficara, si potrebbero recuperare quei percorsi che una volta si facevano a piedi e anche quelle sorgenti d’acqua che stanno rischiando di “morire”. Sulla vecchia provinciale ne ricordo una monte e una a valle della Contrada San Lazzaro, una nelle vicinanze di Alberi Maritati ( a vena i ciloni) la fontana di arcomano, e altre ancora. Nel territorio montano vero è proprio sono da recuperare le due strade essenziali che arrivano a due punti (menza jume e chianu i lanzu) che potrebbero assurgere a stazioni di partenza per le escursioni a piedi lungo i sentieri che portano alle varie vette da dove estasiare il proprio sguardo. C’è ancora da parlare della rivalutazione dell’agricoltura ma mi fermo qui dicendo che per San Donato si può fare qualcosa anche perchè al momento andare in giro per il mondo in mancanza di forti presupposti vuol dire realizzare poco o niente comunque.
Sig Giovanni,io credo che più di così non si possa fare, stiamo spronando da tutti i lati con fatti concreti ed aspettative sicure.Grazie per la sua interessante e coinvolgente integrazione e speriamo di essere in tanti a condividerla. Saluti Alfonso Ottato
Mi accontenterei anche del silenzio se solo sapessi che le nostre parole, vere, servono a far muovere qualcosa di positivo. Se la gente solo pensasse che in una evoluzione socio/economica positiva della comunità chi parla non ha niente da guadagnare perché non ha alcun interesse economico in loco se non alcuni affetti, forse potrebbe uscirne fuori qualche attenta riflessione. Saluti! Giovanni
Caro Giovanni,mi associo al suo pensiero con la speranza di questa benedetta attenta riflessione.
Saluti Alfonso
Una bella notizia finalmente!
Ecco le macro aree di interesse turistico, passate sotto la lente dei tecnici del pollino con esito positivo.
1 San Donato di Ninea
2 Morano Calabro
3 Laino Castello
4 Civita
A voi il commento dopo un’attenta riflessione.
Saluti Alfonso Ottato
C’era da aspettarselo che quelle elencate fossero aree che permettono al meno un certo tipo di turismo. Il fatto è che per mia conoscenza diretta posso dire che Civita e Morano sono attive in questo senso e ho notato anche delle ristrutturazioni di un certo pregio, a Laino non ci sono mai stato mentre al nostro San Donato almeno da questo punto di vista siamo proprio a terra. E dire che sulla strada d’accesso al paese campeggia una scritta ” PAESE DELL’ ACCOGLIENZA”. Sbaglio o il turismo si basa su principi di accoglienza anche se a volte pagate a caro prezzo con moneta cantante?
Cordialità Giovanni