La redazione …
Famoso per la sua tenacia, per la sua forza e, contemporaneamente, per la sua carne pregiata, il cinghiale è da sempre considerato una delle prede più ambite nella caccia alla grossa selvaggina.
Il nome scientifico di questo animale è “Sus scrofa” ed è un mammifero artiodattilo appartenente alla famiglia dei Suidi. Originariamente suddiviso in ben 31 sottospecie, oggi, con una suddivisione più schematica e riassuntiva, ne sono state riconosciute solamente 16 che, a loro volta, vengono riunite in quattro gruppi principali, ossia: razze indiane, razze indonesiane, razze occidentali e razze orientali.
A seconda della specie, ovviamente, anche i caratteri morfologici subiscono pesanti variazioni che si possono comunque generalizzare in sommarie descrizioni. Per esempio, per poter dare un esempio delle caratteristiche di questo animale, potremo fornire alcuni dati come il peso che viene considerato quasi un’etichetta vera e propria di ogni specie. In media, sommando i dati delle varie specie, è risultato che il cinghiale misura al massimo 180cm di lunghezza, per un’altezza al garrese che, talvolta, può arrivare al metro ed un peso che si aggira attorno al quintale. Tuttavia, si è riscontrato che gli esemplari che abitano le zone più meridionali delle regioni sono di dimensioni notevolmente inferiori a quelli che abitano le zone più settentrionali; si parla infatti di un peso medio di 80kg del meridione contro il peso medio degli esemplari del settentrione che oscilla tra i 100 e i 200kg con punte di oltre 300kg nei grandi territori russi.
Gli stessi dati si ritrovano anche nella nostra penisola dove gli esemplari alpini pesano dai 100 ai 200kg, mente, già nel centro Italia, il peso si abbassa fino dagli 80 ai 90kg con rare eccezioni rappresentate da esemplari che raggiungono il quintale e mezzo.
In ogni caso, è risaputo che in questa specie gli esemplari maschi sono notevolmente più grandi delle femmine.
Il corpo del cinghiale è massiccio e squadrato, dotato di grandissima forza e resistenza. Praticamente inconfondibile è la testa che è notevolmente più grande e massiccia rispetto al corpo a cui si collega per mezzo del collo tipicamente corto e tozzo, tanto da risultare molto poco evidente. Come in tutti gli animali preda, anche nei cinghiali gli occhi, piccoli e neri, sono posti lateralmente sul cranio per assicurargli un maggiore raggio di veduta, anche se la vista non è certamente il senso più sviluppato del cinghiale. Questa fastidiosa carenza è però perfettamente compensata da un udito finissimo ed un olfatto assolutamente incomparabile che gli viene consentito dal particolare naso che sembra essere stato creato apposta per funzionare come un radar di odori.
Molto particolari sono anche i canini del cinghiale che, forse, rappresentano la sua caratteristica più conosciuta, più temuta e più ripresa dall’immaginario collettivo. Questi denti infatti sono a crescita continua, ma, se nella femmina restano comunque di ridotte dimensioni, nel maschio crescono a tal punto da sporgere al di fuori della bocca sovrastando il muso con aria minacciosa. I canini superiori sono più corti di quelli inferiori, i quali, invece, possono raggiungere anche i 15 o 20cm di lunghezza. Questi incredibili strumenti vengono utilizzati con abilità dal cinghiale per scavare il terreno alla ricerca di cibo e come potentissime e temibili armi da difesa; tuttavia, si rivelano inutili a questo fine quando, raggiungendo dimensioni eccessive come i 30cm di lunghezza dei casi più eccezionali, finiscono con l’incurvarsi eccessivamente all’indietro.
In fine, la pelle spessa e poco vascolarizzata, accompagnata da un buono strato di grasso sottocutaneo, è l’equivalente di una corazza che lo protegge dal freddo, dagli insetti e persino dai morsi di vipera. Anche negli scontri e nelle lotte, la pelle del cinghiale lo aiuta a proteggersi dagli attacchi e dalle eventuali ferite che potrebbe riportare.
Il mantello che lo ricopre subisce due mute nel corso dell’anno in cui il manto invernale è tipicamente più scuro di quello estivo e composto da setole rigide notevolmente più forte per permettergli di sopportare meglio le rigide temperature invernali.
La nuca lascia il posto a una criniera di peli rigidi mentre la coda è pendula e particolarmente stretta. Abbiamo precedentemente fatto riferimento alla dentatura: non dimentichiamoci che ogni arcata accoglie sei incisivi, sei molari, due canini (che sporgono dalla bocca e che sono rivolti verso l’alto) e otto premolari per un totale di quarantaquattro denti. Come ricordato, i denti sono essenziali per il cinghiale che grazie a loro riesce ad attaccare e a difendersi. Il cinghiale comune popola i boschi dell’Europa e di parte dell’Asia (Indonesia, India, Malesia) e dell’Africa nord-occidentale mentre nel nostro Paese è particolarmente diffuso al Sud e al Centro (Toscana su tutti). I cinghiali sono soliti ripararsi nei boschi durante il giorno e ricercare il proprio sostentamento verso sera (ricordiamo che sono onnivori e che si cibano di quanto trovano nel loro cammino, dalle ghiande agli insetti). Sembra, inoltre, che il cinghiale, dopo essersi nutrito, sia solito recarsi verso una pozzanghera o uno stagno dove rotolarsi per rimuovere i parassiti.
Tratto da cinghiale.net