San Donato può farcela!

Giovanni Benincasa ci scrive…

San Donato può farcela!

 Dopo alcuni giorni dedicati alla raccolta delle olive (ne ho pochissime piante nel paese di residenza, nella sibaritide) accompagnati da altri che mi hanno visto sofferente a causa di raffreddore, cervicale e mal di denti, finalmente mi sono potuto dedicare alla lettura di un libro, alquanto interessante per noi meridionali. È un nuovo libro, edito di recente, e l’autore è un meridionale che vive altrove, ma ha dimostrato già abbondandemente di impegnarsi per il nostro sud. Ne ho letto solo alcune pagine e già il loro contenuto va a rafforzare la mia “quasi certezza” che, non solo il sud, ma anche San Donato può farcela. Di queste prime pagine ne  riporto quelle parti che vanno nello stesso senso della mia speranza –

C’è un Sud che sta perdendo la subalternità, per la tenacia con cui una sparuta catena di padri ha inseguito la propria storia denigrata e taciuta, incurante dell’idea di inutilità (e persino la derisione) che li circondava; e per la modernità, la naturalezza, con cui l’ultima, cosmopolita generazione vede o vuol vedere possibilità di futuro nella sua terra, recuperandone i valori sottostimati; e, con quelli, riprendersi l’identità e il passato persi. Perchè, è vero (i dati dell’agenzia Svimez lo confermano), è ricomingiata l’emigrazione dei giovani laureati meridionali; ma quelli che restano, sempre più spesso, agiscono a casa propria, come a Barcellona o a Londra: local  & global, universali stando a Milazzo. Non c’era mai stata una generazione così.

È un fenomeno figlio di necessità (tira brutt’aria un po’ ovunque, andarsene non è più una soluzione certa e vantaggiosa, come prima) e di cultura più ampia: sono ragazzi cresciuti in una Europa senza frontiere, con una sola moneta, il viaggio facile ed economico: hanno visto altrove i localismi produrre lavoro, ricchezza, con molto meno di quello che una regione antica e pregna come il nostro Mezzogiorno possiede e non apprezza. Insomma: guardano alla propria terra come farebbe uno straniero, vedendo quello a cui non si faceva caso, perchè c’è da sempre. Sono gente pratica, con buoni, ottimi studi, i 110 e molte lodi, le Bocconi e i Politecnici, i master wow!

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Non sono idealisti come i padri, non si fanno molte illusioni, hanno poca stima nelle possibilità, negli spazi, nell’attenzione al merito che questo Paese offre (hanno la Gelmini ministro della Pubblica Istruzione, il Trota e la Minetti consiglieri regionali nella sedicente “capitale morale”: che gli racconti?); ma hanno più fiducia in se stessi, creano un festival del cinema ad Ariano Irpino(<<tra i più importanti progetti etno-culturali del sud Italia>>, secondo <<il Fatto>>); dotano il paesello di pescatori di una stagione letteraria nazionale; con in tasca una laurea al Dams e l’amico bocconiano, mentre piazzano gruppi musicali giamaicani per i festival e le feste, avviano, nel Vallo di Diano, un allevamento di maiali per la produzione di salumi tradizionali; si associano per tutelare la sorgente che dà il nome alla cittadina e farne una miniera cultural-turistica; si ritrovano ogni fine settimana nel paese da cui son partiti, per far nascere iniziative che gli ridiano vita, riportino a casa gli emigrati; scoprono il brigante “nostro”, cercano i documenti, ne scrivono la storia; si presentano agli esami di Stato con una tesina su industrializzazione nel Regno delle Due Sicilie, Questione meridionale e brigantaggio,e con documenti a video, sul computer, contrapponendoli a quanto c’è sul libro di testo. Se il Presidente della commissione obietta, replicano: <<Non ho finito!>>(<<Ho sudato freddo>> scrive la madre, su Facebook); scelgono, all’università, corsi di studi che li riconducono al loro paese, alla comprensione dei loro costumi, al dialetto: antropologi in missione dinanzi all’uscio di casa propria; danno vita a progetti artistici, musica, teatro, letteratura, che hanno per protagonista il passato di cui i loro nonni, i loro padri si vergognavano.

 

Ci sarebbe molto di più, ma qui si può cogliere appieno il perchè della mia speranza.

I giovani che vogliono rimanere lo devono fare, con il piglio che si coglie in queste righe, per scovare e valorizzare quanto il territorio offre, padroni di tanta cultura e  senza l’orrore o il timore di sporcarsi le mani di terra e di sentir colare il sudore dalla propria fronte. Tanto, altrove forse non c’è più tutto quiesto ben di Dio; forse basterebbe essere meno autolesionisti e scovare in casa propria ciò che andiamo cercando altrove.

Giovanni Benincasa.

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10 commenti

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    • Minucciu il 13 Dicembre 2011 alle 13 h 09 min
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    Vero, egregio Benincasa, è vero, per emergere basterebbe superare la barriera del ” personale”, non guardare quelle che fanno altri ma migliorare il proprio e sopratutto uccidere quella vena di fatalismo che induce al “non ne vale la pena”, “al chi me lo fa fare”, al “posto sicuro” da assicurarsi mediante appoggi. Basterebbe lo scatto d’orgoglio e la volontà di mettersi in gioco e di rischiare e fregarsene del parere altrui, quasi sempre interessato, a volte mirato a stoppare qualche iniziativa. Il nuovo da fastidio, suscita invidia e quindi ogni attività od iniziativa viene considerata un attacco a posizioni di potere soprattutto economico.

    • Giovanni Benincasa il 13 Dicembre 2011 alle 16 h 30 min
    • Rispondi

    Minucciu, non mi è parso vero di trovare tanto scritto che alla fine avalla il mio pensare. Concordo in tutto con te, pare che tu mi abbia letto nel pensiero. Nel mio nucleo familiare vedo la prova vivente di quello che asserisce l’autore. I miei figli, dopo aver raggiunto la Laurea a passo da Bersagliere, con il massimo dei voti et cum magna laude, sono in giro per il mondo per riuscire a fare quello in cui sono più capaci. Però, i tempi stanno cambiando e credo che bisogna tornare a cercare l’oro a casa propria. Spero nelle nuove generazioni. Saluti!

    • ALFONSO OTTATO il 14 Dicembre 2011 alle 15 h 45 min
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    B & B La Casetta

    Oggi 14 dicembre 2011 ,apertura ufficiale nel cuore del centro storico di San Donato Ninea, il B&B la Casetta di Alfonso Ottato. Sono felicissimo di annunciarvi che a San Donato finalmente ci si può anche fermare a dormire. Cari saluti Alfonso Ottato

    • Giovanni Benincasa il 14 Dicembre 2011 alle 17 h 16 min
    • Rispondi

    Sig. Ottato, complimenti vivissimi! Giovanni

  1. Ottimo esempio ,Alfonso…solo cosi S Donato potrà farcela…io ci credo
    ciao

    • Alfonso OTTATO il 15 Dicembre 2011 alle 13 h 19 min
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    Grazie Benincasa e grazie Bisignani, soprattutto per l’evento riuscito in Francia; adesso avanti tutta. Un ringraziamento particolare a tutti i componenti del gruppo che hanno saputo ben rappresentare la nostra comunità in terra di Francia, un grandissimo imbocca al lupo per San Donato! Cari saluti a voi tutti Alfonso Ottato.

    • Francesco il 19 Dicembre 2011 alle 9 h 58 min
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    Ciao Alfonso ed Auguri per la nuova apertura..Appena puoi manda qualche foto sulla mia mail ciccio.fg@libero.it,foto delle camere così da poter metterle sul giornale tramite mio Zio…Mi fa molto piacere…aspetto i volantini e i bigliettini da visita…

    • Giovanni Benincasa il 19 Dicembre 2011 alle 13 h 58 min
    • Rispondi

    Giusto l’intervento di Francesco. Sig Ottato, dacci qualche riferimento in più, in modo da poterlo consigliare all’evenienza. Giovanni

    • Alfonso OTTATO il 19 Dicembre 2011 alle 20 h 18 min
    • Rispondi

    B & B La Casetta

    Al più presto avrete dettagli più esaudienti, vi posso anticipare che attualmente a San Donato sono presenti n. 2 B&B, con un totale di n. 10
    posti letto, spero che altri seguono questa stupenda avventura che si
    chiama “TURISMO”. Per quello che riguarda questo tipo di attività, io personalmente sono in contatto con un discreto numero di tour operator del settore, e vi posso assicurare che non appena i tempi saranno maturi ci sarà solo bisogno di forza lavoro e posti letto da mettere a disposizione degli ospiti. Questa è la mia personale battaglia che stò portando avanti da tanti anni ! Spero che in questa fase così delicatissima e importante per il nostro paese, ognuno per la propria parte di competenza si sappia assumere le proprie responsabilità con serietà e onestà, con il solo fine di far rinascere la nostra stupenda comunità Sandonatese. Cari Saluti alla Redazione, al sig. Benincasa Giovanni, al sig. Francesco e tutti i nostri cittadini vicini e lontani.

    Alfonso OTTATO

    • Francesco il 21 Dicembre 2011 alle 17 h 34 min
    • Rispondi

    Chi mi può informare se a San Donato si farà il veglione di fine anno?
    grazie a tutti da Francesco.

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