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Rosanna ci scrive da Marano Principato (Cosenza).
Maria i Maioscia. mia Nonna
Raccontare qualcosa che riguarda mia nonna, è così importante per me che significa farla rivivere anche per pochi attimi. E le persone importanti meritano non solo di essere ricordate, ma soprattutto di essere rivissute in diversi modi. Premetto che mia nonna Maria i Maioscia per me non è stata solo importante, ma fondamentale è nonostante siano sei anni che non c è più, dato il nostro legame molto stretto, quasi simbiotico, la sento sempre molto vicina perché avverto la sua presenza: per fortuna l’anima non muore mai. Pensare a mia nonna significa pensare a una persona diversa da tante altre, quindi unica e speciale e se dovessi paragonarlo simbolicamente a qualcosa, mi verrebbe in mente una colonna dorata. Era una colonna Sì, forte nella presenza, forte nel cuore, forte nei pensieri e nella sua libertà interiore e forte soprattutto nei sentimenti e nel suo carismatico approccio relazionale. Era nata a San Donato di ninea il 26 aprile del 1916 e non ha mai vissuto una infanzia, dato che perdendo a soli dieci anni la mamma, ha dovuto badare agli altri tre fratelli più piccoli, tutto da sola. Infatti già a dieci anni sapeva fare i maccaruni a fusiddri.
Ha sposato mio nonno all età di 16 anni, anche se lei prima aveva già un fidanzato che le cantava ogni sera la serenata sotto la finestra. Ma all’epoca non si poteva scegliere chi si amava, dato che erano i genitori che combina vano i matrimoni. Con mio nonno ebbero comunque un buon rapporto:lei mi diceva sempre che quando gli chiedeva di poter fare “na pupa i pezza” per giocare un po, lui glielo permetteva e ridevano insieme. Ha attraversato momenti duri e difficili come tante altre donne dell’ epoca, ma lei è stata diversa:se la notte piangeva perché non sapeva cosa dar da mangiare ai suoi figli, la mattina si alzava col sorriso e una gran forza d’animo per risolvere il problema è col suo saggio modo di comunicare, con trattava con i datori di lavoro per ottenere qualche giornata lavorativa. Non sapendo ne leggere ne scrivere, perché secondo suo padre andando a scuola avrebbe imparato a scrivere al fidanzato, riusciva però a fare dei conti immediati con le dita e ad esprimersi in modo particolare. È stata una grande lavoratrice non solo con le faccende domestiche, ma anche extra domestiche. La chiamavano infatti “a mammana” del paese dato che aiutava spesso il dottore Giuseppe Lamenza come ostetrica a far nascere tanti bambini. Il dottore le diceva che se lei avesse frequentato la scuola, sarebbe andata avanti con lui in questa professione. Diede il latte anche a parecchi figli dell’epoca e per questo motivo tante persone da grandi, la chiamavano “mamma i latte”.
Non posso dilungarmi ancora sui racconti della sua vita, perché essendo intensa e affascinante, non finirei più. Se un giorno dovessi scrivere un libro su di lei sicuramente lo comunicherei volentieri. Lei mi diceva infatti: “bellii nonna sulu tu mi po scriva ancuna cosa i mia doppu morta”. (Miconosceva bene). Sicuramente intanti la ricorderanno e in ognuno dei tanti ci sarà un pezzo di Maria i Maioscia, perché lei conosceva tutti, era altruista, aperta agli altri, in particolare era aperta al povero, al diverso, All’emarginato. Ha fatto da paciera in tante situazioni contrastanti, è stata la maestra dei maccaruni a fusiddri e anche dei turdiddri. Infatti per ogni matrimonio o feste varie lei veniva chiamata per
fare de i turdiddri speciali: non sono comparsi mai dei nodi all interno e questo era la prova del buon turdiddro riuscito. Poi faceva un buon salame, un buon vino, persino faceva la seta col baco, attraverso un lungo procedimento che mi
raccontava. È stata donna di una inventiva unica e di innovativa
sapienza, che ha rotto quegli schemi rigidi del suo tempo, districando si nelle situazioni più difficili ma
facendo prevalere sempre il buon senso e la razionalità. Credo che tanti la ricorderanno perché lei amava i suoi sandonatesi e il suo paese e questo amore lo ha trasferito anche a me. Mi ha insegnato tante cose, dalle più grandi quali i valori importanti che trasmetto ai miei figli, alle cose più piccole ad esempio “u sfascinu” e lei
era una maestra in questo o “i iurni cuntati” che azzeccano sempre le situazioni meteorologiche. Ricordo tanti detti e proverbi che sono tanto veritieri in ogni circostanza. Aveva anche un dono premonitori o: infatti faceva spesso dei sogni in cui le si presentavano o amici o parenti defunti che le davano qualche messaggio per i propri cari o vedeva qualche segno di situazioni che sarebbero accaduti nei giorni successivi. Poi ricordo con nostalgia un giochetto che facevamo insieme, ma che faceva parte della tradizione. Il giorno prima di San Giovanni mettevamo in un bicchiere d’acqua il bianco dell’uovo e il giorno successivo sarebbe uscito fuori una forma di un oggetto premonitori o è augurale per il futuro. Questo mi portò fortuna perché mi uscì una nave e nonna mi disse:”bella i nonna da grande tu passerai il mare” e infatti poi attraversando il mare con la nave, trovai l’amore della mia vita.
Ora, oltre ai ricordi, rivedo mia nonna nella sua casa dove per me lei è rimasta e che io chiamo il santuario del suo amore. La rivedo in mia madre alla quale ha tramandato tutto il suo saper fare con la cucina, i piatti tradizionali, le usanze. La ritrovo in mio padre, al quale ha insegnato come coltivare un buon orto; la rivedo in mio zio Antonio nel quale c’è la semplicità dei valori; la ritrovo in mio zio Innocenzo nel quale c’è il suo amore per il lavoro è la sua raffinatezza di pensiero. E poi in me c’è tutta la sua presenza e la voglia di amare che lei ha sempre avuto. Ho solo un dispiacere nel cuore: quello che i miei figli non l hanno potuta mai conoscere e ai quali cerco Comunque di trasmettere quello che lei era. Ma sono contenta perché anche in loro scorre il sangue di Maria i Maioscia e c’è sempre la sua casa dove andare, la prima del paese, il nostro santuario del suo amore, nel paesino più bello che c’è e che è la calamita di tutte quelle persone che hanno un cuore che li accomuna: quello sandonatese!
Rosanna Nipote di Maria
11 commenti
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“Ziacummari”!Chi l’ha conosciuta,non l’ha certo dimenticata:impossibile.
Il ritratto da te(perdonami per il “tu”)tracciato e’ bellissimo e sicuramente riduttivo(come tu stessa hai riconosciuto).Una cosa pero’ e’ certa:nessuno finora ha celebrato il ricordo di sua nonna in modo cosi’ bello e con parole cosi’toccanti.Un caro saluto!
Grazie Luigi Simeone, anche se il merito non è mio ma di mia nonna. Non sapevo chi fossi, ma mia madre mi ha appena detto del bel rapporto che c’era tra mia nonna, tua mamma Antonietta e tua zia Ernestina. Se i rapporti di oggi fossero come quelli di una volta, il rispetto sarebbe più sentito e le amicizie più durature. Un saluto da parte mia e di mia madre.
Mi ha toccato tanto leggere di zia Maria…io andavo sempre a trovarla volentieri perche era molto affezionata a mia mamma e visto che noi eravamo in tanti(9)aveva sempre qualcosa da darci ed era sempre dolcissima….sicuramente sarà nelle grazie di nostro signore ed il tuo racconto e stato un modo bellissimo per farla rivivere nella sua totale bellezza…un caro saluto
Penso che sia contenta da lassù: ricordarla fa bene a me
e a chi l ha conosciuta. Saluti Maria.
Rosanna,eravamo una sola famiglia,senza retorica.
Ricambio i saluti!
Luigi si era tutti una famiglia perché c erano sentimenti autentici e sinceri
Autore
Visto le testimonianze ed il bel racconto per ricordare una grande Donna, son felice di aver lanciato l’idea di chi vuole racconare la sua storia.
Cosa che rilancio “CHI VUOLE RACCONTARE LA SUA STORIA IL GIORNALE ED IO STESSO SIAMO A VOSTRA DISPOSIZIONE, ED E TUTTO GRATUITO !!!
Ciao ed Presto
Luigi Bisignani (per gli amici Gigiotto)
Sei stata una donna straordinaria,penso che persone come te non ce ne siano,ho imparato tante cose da te ti voglio bene nonna,mi manchi.
Io ne ricordo appena il nome e che era una gran donna per sentito dire e leggendo quanto scritto con immensa gratitudine dalla nipote, voglio esprimere i miei più sinceri complimenti a questa Signora che ora, da lassù, guarda sicuramente la sua famiglia e la comunità intera del nostro paesino ormai ridotto a poche anime. Anche se non vi conosco (o forse vi conosco ma non ne conservo memoria) un caro saluto siete una bella famiglia.
scusatemi, fare un libro sulle storie di queste persone? Grazie dell’attenzione
Autore
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