Luigi Bisignani
Rosetta Capolupo ci scrisse……
un po di Storia della “Sagra della Castagna a Festa d’Autunno”
Nel lontano 1991, l’allora sindaco di San Donato di Ninea, geom. Pasqualino Esposito, ha la felice intuizione di istituire la Sagra della Castagna, lo scopo iniziale è quello di indire dei convegni, al villaggio scolastico, per conoscere il mal dell’inchiostro, una malattia che colpisce gli alberi ed in particolare il castagno. La Sagra, partita quasi in sordina, solo dopo qualche anno, e precisamente nel 1997,
acquisisce le caratteristiche attuali perché si pensò non solo di pubblicizzare la castagna, ma anche il nostro centro storico. Infatti, già da allora, nei magazzini, nelle legnaie, nei vecchi locali sono adibiti degli stand per vendere castagne, dolci fatti con le castagne e altri prodotti tipici locali. Con il passare degli anni, questa manifestazione cresce sempre più fino alla decima edizione, quando dietro consiglio di un giornalista RAI, cambia nome da Sagra della Castagna in Festa d’Autunno, per non confondere la nostra sagra con le innumerevoli altre presenti sul mercato. Attira sempre più gente, prima dai paesi limitrofi, poi man mano da luoghi sempre più lontani fin dal Piemonte e dall’Emilia Romagna con i rappresentanti di Venaria Reale e di Fiorano Modenese, che puntualmente sono presenti ogni anno.In questo 2014 ricorre la XXIV edizione, per testimoniare la continuità e l’impegno profuso, in questo lasso di tempo, dai sindaci che l’hanno preceduto, dagli amministratori e da tutte le persone che si impegnano annualmente per la buona riuscita della Festa d’Autunno. Questi giorni rappresentano un momento di aggregazione dove la gastronomia ha un ruolo di primo piano e la protagonista è la castagna, un alimento umile e antico che nei periodi di carestia ha sfamato intere generazioni e che ora è diventata un alimento prelibato. La castagna può essere mangiata cruda, arrostita, bollita, può essere essiccata per fare i “pistiddri” e la farina di castagne, in cucina può essere usata dall’antipasto al dolce perché è molto versatile e si adatta a preparazioni sia salate sia dolci. L’unico mio rammarico è che un agente patogeno attacca la corteccia delle piante e distrugge intere piantagioni del prelibato frutto e, continuando di questo passo, fra qualche anno, la montagna sandonatese rimarrà senza alberi di castagne se non si troverà la cura adeguata, per poter porre rimedio a questa terribile catastrofe.
Rosetta Capolupo