La redazione & Marta Ambrosini
Come disse il poeta ( Èmile Zola nel suo Diario Romano del 1894 )” Espressione seria, profonda, triste… niente scoppi di risa o di allegria…”
Penso queste parole si adattino benissimo all’ emozione vissuta pochi giorni fa’ da parte di mia madre quando ‘e tornata a visitare la casa in cui è nata nel lontano febbraio del 1923.
Emigrata in sudamerica a soli quattro anni, soltanto vaghi ricordi l’ hanno per sempre accompagnata . “La grande scala in pietra che portava su in camera, il banco di cemento per sedersi fuori a guardare dall’ alto i passanti sulla via Rovereto e l’ immagine della cara nonna Annunziata sempre vicina a curarla”.
Molti anni son passati, una vita trascorsa in terra straniera, ma l’ idea di rivedere i luoghi natii non l’ ha mai abbandonata.
A novant’ anni ( compiuti il 04 febbraio mentre eravamo in Italia ) in una tiepida giornata invernale, ho avuto il piacere di accompagnare mia mamma per la seconda volta ( prima c’ era stata molti anni fa’ insieme a mio fratello) nella sua terra natale.
Marta (Renata) Ambrosini Malnati nacque a Varese, ( Regione Lombardia) quartiere San Fermo il 04 febbraio 1923. Vaghi ricordi di una tenera età che portò sempre con sè.
Nel 1927, insieme al fratello Romeo, alla cara mamma Rosa e a due zii, lasciarono l’ Italia per trasferirsi oltreoceano dove suo padre partito un tempo prima li attendeva. Ma come tanti italiani anche se “ si può sradicare un uomo dalla sua terra questa terra non si può sradicare dal cuore dell’ uomo”.Per lei e la sua famiglia, nonostante la lontananza l’ Italia fù sempre presente. In sudamerica trascorse la sua vita. Imparò una nuova lingua, piantò radici, si sposò (con il figlio di una veneta) ed insieme crebbero tre figli perchè purtroppo, la seconda figlia, la perse tragicamente all’ età di solo sei anni.
E tutto passò presto… Una vita!…la sua vita!
Ci vuole coraggio a voler intraprendere un così lungo viaggio a novant’ anni.Ore di attesa nel via vai degli aeroporti, ( Montevideo, Sao Paulo, Lisbona) cambio di aerei, tanta stanchezza, ma in fondo una voglia enorme di tornare finalmente in patria.
E così è stato. Per fortuna non eravamo sole lei ed io. Due belle e giovanissime nipoti ci hanno accompagnato ed anche loro si sono meravigliate con le bellezze della terra italiana. Tutte insieme abbiamo potuto visitare Varese ed il suo SacroMonte.Poi la capitale lombarda ed il suo imponente “Duomo” che tanto è piaciuto a mia madre e la elegante Galleria Vittorio Emanuele II. Accompagnate da cari parenti siamo andate prima a Como a fare la passeggiata e poi su al Mottarone in Piemonte a veder da vicino la neve e tanti sciatori. Poi coi moderni e confortevoli treni italiani ci siamo trasferite alla città di Giulietta, la Verona dei Signori, stupenda! ed alla sempre bella Venezia addobbata a festa con le maschere del carnevale. E finalmente dando compimento ad un altro grande desiderio di mia madre siamo arrivate alla città“ Eterna” ed al Vaticano. E per finire non potevamo non fare una scappata questa volta con un modernissimo” Frecciarossa” alla città rinascimentale detta “dei fiori”, (anche se d’ inverno), per sempre indimenticabile.
Un vero ritorno alle nostre origini, Un’ esperienza con delle enormi emozioni che ricorderemo per sempre.
Un grazie sincero alla vita che ce lo ha permesso di fare.
MARTA ROSA MARTINEZ AMBROSINI
TACUAREMBO’
URUGUAY
4 commenti
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Autore
ottimo racconto ,grazie Marta ,
spero che sia l’inizio di una bella idea che vi farà raccontare su questo giornale “il vostro ritorno al paese”
saluti Luigi
Grazie Luigi. Noi qui in Uruguay, seguiamo con molta attenzione il tuo giornale. Ci permette di mantenerci legati alla terra da dove partirono parte dei nostri antenati.
Autore
grazie Marta…i tuoi racconti fanno molto piacere…un saluto a tutta la comunità italiana
gentilissima signora marta,legere il suo racconto e la storia di sua madre ,mi e venuta la pelle d,oca i brividi per tutto il corpo,mi
a fatto rivivere la storia dei nostri parenti sparsi in sud america .ci fa capire la vostra e la nostra fierezza di essere italiani cio che forse noi che viviamo in italia dovremmo valorizare di piu complimenti e grazie signora marta