Redazione & Diritto di cronaca
Riemersi i ruderi della Chiesa bizantina di Sant’Elia
SAN DONATO DI NINEA – I ruderi di una chiesa bizantina rinvenuti durante una delle tante escursioni in montagna. Sarà un “luogo comune”, ma è vero che le più importanti scoperte archeologiche avvengono quasi sempre in modo del tutto casuale ed inaspettato. Ed è ciò che è avvenuto ad Angelo Martucci, Giovanni Martucci ed Antonio Cozzitorto di San Sosti che sono gli autori dell’importantissima scoperta. La chiesa bizantina si trova nel territorio comunale di San Donato di Ninea ed «il rinvenimento – come racconta l’archeologo Angelo Martucci – è avvenuto durante una delle tante escursioni in montagna: dalla fitta vegetazione abbiamo notato i resti di murature. Abbiamo subito intuito che si trattava di strutture murarie molto antiche». Così i tre scopritori decisero di lasciare il sentiero che stavano percorrendo per vedere da vicino quelle strane strutture. Giunti sul posto, la curiosità scientifica lasciò subito il posto all’emozione. «Ci rendemmo subito conto – prosegue Martucci – che avevamo di fronte quello che rimaneva di un’antica chiesa bizantina». Si tratta di un edificio a pianta longitudinale orientata ovest-est, con abside rivolto ad est secondo i canoni della liturgia bizantina. Da un’attenta analisi dell’importantissimo contesto archeologico si può ben tentare di ricostruire la pianta planimetrica della struttura: si tratta di un edificio a pianta longitudinale biabsidata. Il grande abside centrale, che si conserva ancora per un’altezza di metri 3,50 è affiancato da diaconicon e prothesis, che nel rito greco-bizantino contenevano rispettivamente il Corpo e il Sangue del Cristo. Sul lato destro, invece, si conserva ancora parte del secondo abside ed il muro perimetrale destro. L’abside era coperto a cupola, infatti, a quota 3,20 metri si conserva l’imposta. Il muro meglio conservato è quello perimetrale di sinistra che si eleva per un’altezza di metri 3,60 ed uno spessore di 50 centimetri. La struttura si appoggia sulla roccia di monte, i cui dislivelli sono ripianati con grandi blocchi di pietra squadrate alternate a zeppe e cementati con un abbondante letto di malta silicica di colore grigio molto tenace. Sulla scorta dei dati scientifici acquisiti da un’attenta analisi del contesto, si può identificare con certezza che i resti murari, quasi completamente occultati dalla fitta vegetazione, corrispondono ad una chiesa databile agli inizi del X secolo. L’importanza della scoperta è costituita anche dal fatto che si conosce il nome del santo cui era intitolata. La località del rinvenimento compare, infatti, sulle carte IGM con il nome di Sant’Elia; tuttavia le persone anziane di Policastrello (frazione di San Donato) parlano di un’antica chiesa scomparsa dedicata a San Felice. Con molta probabilità i ruderi che sono stati scoperti nel comune d San Donato di Ninea sono ciò che resta dell’antica chiesa intitolata al santo bizantino, nato nel IX secolo nei pressi di Reggio Calabria come risulta, assieme ad altre quattro, in un diploma normanno del 1144 del gran duca normanno Ruggero.
1 commento
Questa notizia, di cui io non ho motivo di dubitare, è manna dal cielo per il discorso turismo. Ora, però, bisogna saper proporre ciò che il caso ha voluto far scoprire agli amici di San Sosti. A chi di competenza l’incombenza di darsi da fare per il recupero dell’area. Saperlo per me è una soddisfazione incredibile. Giovanni