La redazione & Meteoweb…
Facciamo chiarezza sul Marsili, il vulcano sommerso nel Tirreno: non si è risvegliato, ma il rischio potenziale di tsunami resta invariato
Siamo stati i primi, più di due anni fa, a sottolineare i rischi provenienti dalla presenza nel mar Tirreno del vulcano Marsili che, come spiega questo bellissimo articolo di Daniele Ingemi, è una delle principali e costanti fonti di rischio-tsunami del mar Tirreno e di tutto il Mediterraneo.
Poi, grazie al lavoro del prof. Franco Ortolani, nostro collaboratore nonchè ordinario di geologia e Direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio, Università di Napoli Federico II, abbiamo pubblicato un editoriale intitolato Le coste italiane a rischio tsunami e la legge che verrà… il giorno dopo che ha suscitato estremo interesse, con centinaia di migliaia di letture, e ha posto l’argomento-Marsili all’attenzione della società civile.
In questi giorni che seguono la tragedia dell’Emilia Romagna, su gran parte d’Italia si sta diffondendo sempre di più una sorta di psicosi-sismica, come dimostra quanto accaduto ieri in Sardegna o stamattina a Firenze. Su molti giornali, e di conseguenza sui social network che tendono sempre ad amplificare le notizie, ingigantendole e dando così vita a bufale colossali, si parla di un “risveglio” proprio del Marsili che, secondo questi articoli, si sarebbe risvegliato e starebbe per provocare un’imminente maremoto lungo le coste del sud.
Noi di MeteoWeb che del Marsili ci siamo sempre occupati anche in tempi non sospetti, e che monitoriamo la situazione giorno dopo giorno ormai da molti anni, possiamo fare chiarezza sull’argomento innanzitutto garantendo che il Marsili non si è assolutamente risvegliato, è laggiù fermo e inabissato, sempre silente così come l’abbiamo conosciuto grazie al lavoro e alle ricerche degli studiosi che ci rivelerebbero subito un suo eventuale stato di risveglio.
Detto questo, e quindi tranquillizzando un pò tutti sulla situazione dell’immediato, dobbiamo anche confermare ogni rischio potenziale provocato da questo vulcano, e in primis quello degli tsunami.
Nella nostra intervista esclusiva al dott. Marcello Martini, Direttore dell’Osservatorio Vesuviano, realizzata il 30 giugno scorso, nel 2011 abbiamo chiesto all’esperto che ne pensa dei vulcani sommersi presenti nel Tirreno, se secondo lui determinano un fattore di rischio. La risposta di Martini è stata chiarissima, ed è assolutamente valida ancora oggi:
“Sì, se n’è parlato di recente: il Marsili è una possibile fonte di tsunami. Anche il Vavilov: sappiamo che “ne manca un pezzo”, cioè in passato su una sua dorsale c’è stata una grande frana. Il rischio tsunami c’è come per le Eolie, basti pensare allo Stromboli e a quanto accaduto il 31 dicembre 2002 quando una frana lungo la sciara del fuoco determinò un maremoto in tutto il tirreno: per fortuna era dicembre e non agosto, altrimenti chissà cosa sarebbe potuto succedere. Comunque siamo molto più preoccupati del Vesuvio, anche come possibilità, rispetto ai vulcani sottomarini del Tirreno, in quanto i problemi immediati sono molto più elevati. Per quanto riguarda il Marsili, il Vavilov e gli altri vulcani sommersi nel Tirreno, pensiamo da anni allo sfruttamento dell’energia geotermica. Pensate che il Marsimi il più grosso vulcano d’Europa con una base di oltre 170 chilometri: si potrebbe sfruttare proprio l’energia geotermica. Però forse ci sono molte zone più accessibili sulla terra ferma. Anche sui Campi Flegrei stiamo facendo uno studio simile: sarà scavato un piccolo “pozzo” per studi fino a quasi 4 mila metri di profondità, non sarà verticale perchè dopo mille metri devierà verso il centro della principale caldera flegrea, partendo dai bordi. Vedremo cosa ne verrà fuori“.
Secondo le ultime novità, entro il 2015 il Marsili sarà un produttore straordinario di energia pulita, ma a prescindere da questo, non possiamo che confermare tutti i potenziali rischi di tsunami come ha spiegato proprio il prof. Ortolani nel suo editoriale sul Marsili e anche lo scorso anno il 16 agosto, esattamente un anno dopo il terremoto di Lipari, con un articolo altrettanto pregevole dal titolo Tsunami: anche l’Italia è a rischio. Tanti campanelli d’allarme, ma poca prevenzione. Anche in occasione del nostro pesce d’aprile di quest’anno, il prof. Ortolani ha voluto sottolineare, con queste dichiarazioni, che il problema è reale. Pochi mesi prima anche noi su MeteoWeb, come sa bene chi ci segue da sempre, abbiamo realizzato lo ‘Speciale Tsunami‘, un lavoro editoriale esclusivo e approfondito realizzato con l’intento di sensibilizzare sui rischi dei maremoti di casa nostra.
In pochi lo sanno, ma gli tsunami hanno sempre caratterizzato la storia dell’Italia, anche quella più recente (in coda all’articolo tutti gli articoli del nostro ‘Speciale’). E sicuramente ce ne saranno altri in futuro. Ma non è possibile sapere come e quando. E, di sicuro, il Marsili non si è ancora risvegliato…
In giorni così concitati dal punto di vista mediatico su questi argomenti, non fidatevi delle notizie fornite da blog con indirizzi strani e da sitarelli realizzati dal “primo che capita” (con tutto il rispetto…). Le bufale sono dietro l’angolo. Come il Marsili “risvegliato”.
Per adesso, in realtà, sta ancora dormendo.
Ed è meglio così…
- Gli Tsunami Italiani antichi, dal neolitico al ’500
- Gli Tsunami Italiani del ’600: Gargano e Sicilia, Valle Padusa e Bolsena ma non solo…
- Lo Tsunami di Scilla: quel 6 febbraio 1783 di terrore e distruzione nel Reggino Tirrenico
- Gli Tsunami Italiani di ‘700 e ‘800, tutt’Italia protagonista: Calabria, Palermo, Catania, Gargano, Diano Marina, Livorno, Romagna e altri minori
- 28 dicembre 1908 – Terrore nello Stretto: lo “tsunami di scirocco” e le sue possibili cause
- Gli tsunami Italiani del ’900: eventi in tutti i mari e il “mistero di Vela Luka”
- I Meteo-Tsunami: le poco conosciute, ma sempre più frequenti, onde anomale di “ultima generazione”
- Glossario Tsunami: per saperne di più
- Speciale Tsunami: cos’è, come nasce e come si misura. Scopriamo tutti i segreti dei maremoti
3 commenti
Complimenti Luigi, ottima iniziativa. Intanto dopo l’ennesima esperienza vorrei che i nostri dirigenti rivolgessero di più le loro attenzioni verso la sicurezza della popolazione, così come vorrei che la popolazione si avvicinasse di più a tutta la letteratura scientifica edita dagli Enti preposti attinente la materia della sicurezza.
In fondo siamo su una grande navicella spaziale!!! Giovanni
Autore
ciao Giovanni,penso che hai ragione i nostri DIRIGENTI,dovrebbero passare un po del loro tempo sulla prevenzione e sicurezza dei nostri territori…
Luigi, io parlo in questi termini forse per “deformazione” professionale. Per ben oltre trent’anni ho lavorato su mezzi (navi ed elicotteri) per i quali la sicurezza del personale e del mezzo stesso veniva prima di tutto ed allo scopo venivamo perfettamente addestrati. Dovevamo essere capaci sia nella professione che nella sicurezza ed il personale appartenente al mio ruolo era quello che veniva maggiormente responsabilizzato in merito alla sicurezza. Ho voluto sottoliceare ciò, per non apparire un po presuntuoso. Giovanni