Rosetta Capolupo ci racconta…
un po di Storia della “Sagra della Castagna a Festa d’Autunno”
Nel lontano 1991, l’allora sindaco di San Donato di Ninea, geom. Pasqualino Esposito, ha la felice intuizione di istituire la Sagra della Castagna, lo scopo iniziale è quello di indire dei convegni, al villaggio scolastico, per conoscere il mal dell’inchiostro, una malattia che colpisce gli alberi ed in particolare il castagno. La Sagra, partita quasi in sordina, solo dopo qualche anno, e precisamente nel 1997, acquisisce le caratteristiche attuali perché si pensò non solo di pubblicizzare la castagna, ma anche il nostro centro storico. Infatti, già da allora, nei magazzini, nelle legnaie, nei vecchi locali sono adibiti degli stand per vendere castagne, dolci fatti con le castagne e altri prodotti tipici locali. Con il passare degli anni, questa manifestazione cresce sempre più fino alla decima edizione, quando dietro consiglio di un giornalista RAI, cambia nome da Sagra della Castagna in Festa d’Autunno, per non confondere la nostra sagra con le innumerevoli altre presenti sul mercato. Attira sempre più gente, prima dai paesi limitrofi, poi man mano da luoghi sempre più lontani fin dal Piemonte e dall’Emilia Romagna con i rappresentanti di Venaria Reale e di Fiorano Modenese, che puntualmente sono presenti ogni anno. Il 2010 ricorre la ventesima edizione e l’attuale sindaco, dott. Luigi Salvo, vuole festeggiarla degnamente, anche per testimoniare la continuità e l’impegno profuso, in questo lasso di tempo, dai sindaci che l’hanno preceduto, dagli amministratori, dalla Pro loco, dal compianto presidente Luigi Iannitelli e da tutte le persone che si impegnano annualmente per la buona riuscita della Festa d’Autunno. Questi giorni rappresentano un momento di aggregazione dove la gastronomia ha un ruolo di primo piano e la protagonista è la castagna, un alimento umile e antico che nei periodi di carestia ha sfamato intere generazioni e che ora è diventata un alimento prelibato. La castagna può essere mangiata cruda, arrostita, bollita, può essere essiccata per fare i “pistiddri” e la farina di castagne, in cucina può essere usata dall’antipasto al dolce perché è molto versatile e si adatta a preparazioni sia salate sia dolci. L’unico mio rammarico è che un agente patogeno attacca la corteccia delle piante e distrugge intere piantagioni del prelibato frutto e, continuando di questo passo, fra qualche anno, la montagna sandonatese rimarrà senza alberi di castagne se non si troverà la cura adeguata, per poter porre rimedio a questa terribile catastrofe.
Rosetta Capolupo
7 commenti
Vai al modulo dei commenti
Buona serata cari paesani nel mondo.
Ciao Rosetta, grazie per il tuo racconto dell’ inizio della festa della castagna ben volentieri condivido il tuo pensiero a tornare indietro al 1991 fu in quel preciso anno che vedendo in paese: Sabato e’ domenica visi diverse con macchinette fotografiche statare foto a qualsiesi parte? Compratore di ANTIQUARIATO, che truffavano tutti per scambio di oggetti o pocchi spiccioli portar via pezzi di ogni famiglia e’ storia paesana.
Mi appassionai a raccogliere piccoli oggetti: DELLA CIVILTA CONTADINA, facendo rivivere il vecchio mestiere del calzolaio” U SCARPARO” in poco tempo mi ritrovai quattro muri pieni di meravigliosi oggetti che ne fui orgoglioso che li venivano a fotografare. Ma dell’ epoca poco potesse interesare all’ aministrazione comunale di aver un piccolo museo. Il mio orgoglio era tanto che ogni forestiere che passava raccontavo la storia di ogni singolo pezzo, intorno il 1996/7 la comunita montana fece un proggetto dei vecchi mestieri , io sono stato preso all’ improviso per una settimana una comitiva di ragazzi/e vennero da me a far foto ad registrare storie favole antiche promettendomi un duplicato di ogni singola foto ma non o mai visto nulla dopo che presi la decisione nel 2000 di emigrare venni a sapere che il comune di malvito a un reportaggi di foto nella comunita montana foto scattate a San Donato ma il mio orgoglio essere stato un promotorio nel centro storico dalla 1 alla 11 sagra se qualcuno si riccorda mi puo’ commentare grazie cari paesani.
Sicuramente vanno fatti i complimenti alla Signora Rosetta per il racconto e per ricordare tutti colo che nel tempo si sono impegnati per realizzare la manifestazione. Da contraltare c’è però il mancato impegno da parte di tutti nel realizzare proprio quello che da privato cittadino stava cercando di realizzare il Sig. Settimio: cioè la mostra di tutto ciò che poteva testimoniare il nostro passato e l’evoluzione storica della nostra comunità. Abbiamo degli scritti, qualcuno si stà impegnato a produrre, in merito, altri elaborati, ma la testimonianza con elementi reali è un’altra cosa. Per i residenti e gli attuali amministratori che leggono questo giornale, il presente mio commento vuole essere una sorta di esortazione a porre rimedio a questa carenza.
Saluri! Giovanni
Un complimento va a Rosetta non tanto per aver ricordato com’è nata la Sagra delle Castagne a San Donato, ma per aver sollevato un problema molto grave che si nasconde dietro il consumismo che inevitabilmente anche questa manifestazione è diventata.
A San Donato i castagni stanno scomparendo, e noi continuiamo a fare la sagra di cosa? Allora perchè durante queste manifestazioni non si cerca di sensibilizzare gli enti competenti ad intervenire per far si che un patrimonio così importante venga risanato? per di più siamo nel “PARCO NAZIONALE”….mi viene da ridere pensando a cosa sono i Parchi Nazionali in Italia.
Ho 35 anni, io ne avevo 7/8 quando Pasqualino Esposito veniva a Scuola a trovare la moglie, che era la mia maestra alle elementarie, e sentivo che parlava del Rifugio del Piano di Lanzo e del risanamento dei castagneti.
Cavolo vedo che è tutto andato come si millantava: Rifugio inesistente e castagneto in decomposizione.
Che tristezza!
Cavolo
Il commento della Signora Ferraro, ahimè, è del tutto veritiero e le colpe, credo, vadano equamente distribuite tra le varie amministrazioni che si sono succedute. Ma c’è un qualcosa d’altro, credo che tutti i proprietari debbano recitare un attimino il mea culpa. Se io nel mio giardino vedo una pianta che sta morendo o parte di essa che sta seccando, la prima cosa che mi viene in mente di fare è quella di reciderla, perchè se, la malattia, non ha attaccato le radici, la pianta riccresce. È da tempo immemorabile che nei castagneti di San Donato si vedono tante braccia biancastre allungate verso il cielo e sotto di essi un cespuglio verde, o parte dell’albero ancora verde. Non conosco, è vero, la reale portata del problema, ma raggionando dal punto di vista di un incompetente, non avrei lasciato così a lungo neanche un ramo secco all’interno del mio terreno. Se c’è un male e non si interviene nella fase iniziale si rischia che quel male diventi un cancro e in questo tipo di malattie si sa che solo l’intervento nella fase iniziale può dare una minima speranza di riuscire a vederne la guarigione.
Saluti!
Grazie a voi tutti! Noi avevamo tante castagne distribuite in più punti del territorio sandonatese e malgrado la cura che ne aveva mio padre prima, mia madre dopo, malgrado le continue potature non siamo riusciti a frenare la malattia. Addirittura in alcuni punti non è rimasto neanche un albero sano. Questa è la situazione di tantissimi altri amici. Secondo me, andrebbe fatto uno studio da parte di esperti e successivamente seguiti alla lettera i loro consigli.
Autore
Ho rimesso questo articolo di Rosetta perché lo trovo importantissimo,fare consocere questa malattia delle nsotre castagne ,sperandi di aprire gli occhi a qualche responsabile…se si contiuna cosi cosa si feteggiare fra un decennio?la morte della castagne?Amici responsabili aprite gli occhi la festa é bella per adesso ,ma la morte arriva lentamente…
Ciao a tutti! A completamento del mio precedente intervento voglio comunicare alla Sig.ra Rosetta e a tutti gli amici cui stà a cuore il problema dei “nostri” castagneti che, rileggendo con calma la relazione comunale sui primi 100 delle attività dall’amministrazione De Rose, relativamente alle azioni intraprese trova riscontro la seguente voce:
-lotta al cinipide del castagno richiesta intervento dell’osservatorio fitopatologico.
Spero che tutti i proprietari di castagneti seguano da vicino l’evolversi della situazione.
Saluti! Giovanni