4 tappa La redazione …
Tappa del Trekking dei Due Mari: dal Rifugio del Piano di Lanzo
par Francesco Spingola, dimanche 24 juillet 2011, 16:37
Mercoledì 22 Giugno 2011
5° Tappa del Trekking dei Due Mari: dal Rifugio del Piano di Lanzo
al Piano di Novacco
Questa tappa c’interessa particolarmente perché parla della nostra montagna,il nostro rifugio “piano di Lanzo” e del nostro paese
Un grazie particolare va al Giornale,al gruppo Amici di San Donato di Ninea nel Mondo ed all’equipe di Nicola Zaccato…per questa immensa avventura paesana…
Franceco Spingola Racconta
Sono da poco passate le cinque di mattina, quando apro gli occhi e di fronte a me, su una parete della palestra, vedo una forte luce arancione: è il sole che sta sorgendo! Vorrei alzarmi per assistere allo spettacolo, ma penso che sia meglio riposare ancora un po’ per prepararmi alla tappa di oggi.
E così dopo un’altra oretta di sonno, ci alziamo (siamo ancora solo io e Nicola) e ci prepariamo per la partenza. Arriva Franco Iannitelli a prenderci per portarci al Rifugio del Piano di Lanzo da dove è prevista la partenza, ma ci accorgiamo che non è da solo: infatti insieme a lui c’è Vincenzo Caruso, un ragazzo che ha intenzione di accompagnarci lungo questa tappa, e noi ovviamente siamo felici di trascorrerla insieme a lui.
In poco tempo siamo al Rifugio e qui possiamo fare rifornimento idrico, dopodiché ci mettiamo in marcia, percorrendo il sentiero che collega il Piano di Lanzo con il Piano di Novacco. All’inizio la salita è molto erta, tanto che arriviamo su dopo pochi minuti ed abbiamo già colmato un dislivello di 100 metri! Per non dire che abbiamo già iniziato a sudare! Anche oggi in grazia di Dio è una bella giornata con cielo azzurro.
Al culmine di questa salita, troviamo di fronte a noi la statua della Madonna del Pellegrino, e dopo una preghiera di ringraziamento ed auspicio, la aggiriamo sulla destra in direzione di Piano Puledro: qui troviamo una singolare ragnatela di colore azzurro con riflessi dorati!
In realtà non è così, è solo un effetto ottico, infatti la ragnatela trattiene un po’ di rugiada che ancora non si è asciugata, e quest’ultima, riflette i colori del cielo e del sole, creando un effetto stupendo.
Ora camminiamo di nuovo nel bosco, e siamo diretti verso il Piano di Ferrocinto, uno dei tanti pianori che spesso si trovano nel Parco.
Dopo aver scattato un paio di foto, sempre assaliti dalle solite mosche, ci dirigiamo verso Tavolara, un altro pianoro in cui è presente anche un laghetto naturale, ma è difficile poterlo ammirare poiché nascosto dalla vegetazione. Questo piano è il punto scelto per il pranzo, e consumiamo come al solito un paio di panini e qualche mela a testa.
Ma il pranzo di oggi sarebbe potuto essere diverso, perché avevo cercato di convincere alcuni miei amici a salire da Verbicaro a Tavolara (non distano molto) ma non ho trovato nessuno che aveva disponibilità a venire…pazienza!
Finito il pranzo e dopo aver riposato un minutino ci rimettiamo in cammino, imboccando il sentiero che dalle baracche in legno (abbandonate) va verso la fiumarella di Rossale, il Piano Vincenzo e quindi il Piano di Novacco. La cosa che noto quasi con meraviglia, è che la vegetazione in questo punto cambia spesso. Infatti ora troviamo la faggeta con il tipico sottobosco, ora troviamo aceri, ontani e felci.
Sulla nostra destra(direzione nord) riusciamo a scorgere il Monte Palanuda, con gli impressionanti Crivi di Mangiacaniglia, ovvero dirupi rocciosi strapiombanti ricchi di pini loricati. Riusciamo a scorgere tra i faggi anche un promontorio che ci sembra Timpone Camagna.
Continuando il nostro trekking arriviamo alla fiumarella di Rossale, e dopo al Piano Vincenzo. Qui lo sguardo è rapito da Timpone della Magara, ovvero una montagna con in vetta un antenna televisiva. Oramai il Piano di Novacco è vicino, infatti, dopo aver attraversato il Piano Vincenzo, già riusciamo a scorgere la Schiena di Novacco, ovvero un complesso di monti che circonda l’omonimo pianoro.
Ancora qualche curva e finalmente giungiamo al Piano di Novacco, dove si conclude la nostra tappa: siamo a quota cinque! E qui ad attenerci c’è un trambusto di scampanellii di mucche ed anche alcuni cavalli.
Ci sistemiamo nelle casette del Piano ed in una di queste trovo un quadro con una foto di una montagna rocciosa ricoperta di pini loricati: Nicola mi dice che si tratta di Serra di Crispo (che io conoscevo solo di nome) e che è una delle 5 vette del Parco che superano i 2000 metri d’altezza (per la precisione 2053).
Mi dice inoltre che nella tappa da Madonna del Pollino a Piano Ratto (Frascineto) potremmo anche salire in vetta (non era previsto dal programma), e dico che per me non è un problema!
Mentre parliamo di ciò viene a portarci i bagagli e farci visita l’assessore Iannitelli, con il quale intraprendiamo un discorso sulla valorizzazione del territorio, ed insieme all’amministrazione di San Donato di Ninea, si mostra interessato a muovere qualcosa.
Nel frattempo arriva la famiglia di Nicola per accompagnare Domenico: infatti domani farà con noi la tappa da Piano di Novacco a Morano Calabro.
Francesco Spingola
Link del video 4° Tappa del Trekking dei Due Mari: dal Santuario della Madonna del Pettoruto al Rifugio del Piano di Lanzo
4 tappa
3 commenti
Durante questa tappa pare che l’assessore Iannitelli si sia messo a disposizione. Siccome, lo stesso, pare sia un ottimo appassionato delle nostre montagne spero che in un futuro molto prossimo si dia da fare al fine di rivalutarle pienamente e farne trarre profitto alla comunità locale.
Saluti!
Ciao Giovanni, è vero abbiamo avuto una bella accoglienza da parte dell’amministrazione comunale, che si è messa a disposizione per farci sentire a nostro agio! Con gli stessi amministratori ci siamo promessi di creare un gemellaggio tra i verbicaresi ed i sandonatesi, separati solo dal cozzo del pellegrino. Proprio su questa montagna è prevista un’escursione insieme!
Salve, da profano volevo chiedere a chi di competenza, dato che si parla di valorizzare il territorio montano perché questi posti non devono essere accessibili a tutti i cittadini, anche a coloro che non possiedono un mezzo adatto alle strade di montagna. Io sono uno di quelli, che quando è stato in montagna a tavolara ha dovuto chiedere il piacere ad un amico in possesso di fuoristrada per poterla raggiungere. Cosa comporta rendere agibile la strada che sale su in montagna da Verbicaro come la strada di cosenza che porta in sila? Ci sono porsone che vorrebbero almeno una volta visitare quei posti di cui tanto parlate ma che non potranno mai vedere perché non possiedono un mezzo idoneo. Per me fare una strada di comunicazione è anche valorizzare il posto. Saluti Vincenzo da MARCELLINA